Papa Leone XIII

1810 - 1903

Papa Leone XIII
Nazione: Italia

ID: 2176

Papa Leone XIII,(2 marzo 1810 – Roma, 20 luglio 1903) è stato il 256º papa della Chiesa cattolica (dal 1878 alla morte).

È ricordato nella storia dei papi dell’epoca moderna come pontefice che ritenne che fra i compiti della Chiesa rientrasse anche l’attività pastorale in campo socio-politico. Se con lui non si ebbe la promulgazione di ulteriori dogmi dopo quello dell’infallibilità papale solennemente proclamato dal Concilio Vaticano I, egli viene tuttavia ricordato quale papa delle encicliche: ne scrisse ben 86, con lo scopo di superare l’isolamento nel quale la Santa Sede si era ritrovata dopo la perdita del potere temporale con l’unità d’Italia.

La sua più famosa enciclica fu la Rerum Novarum con la quale si realizzò una svolta nella Chiesa cattolica, ormai pronta ad affrontare le sfide della modernità come guida spirituale internazionale. In questo senso correttamente gli fu attribuito il nome di “Papa dei lavoratori” e di “Papa sociale”, infatti scrisse la prima enciclica esplicitamente sociale nella storia della Chiesa cattolica e formulò quindi i fondamenti della moderna dottrina sociale della Chiesa.

Nelle sue opere a favore della chiesa venne aiutato dal fratello Giuseppe, elevato al grado di Cardinale dallo stesso Leone XIII nel 1879.

Leone XIII è noto anche per essere stato il primo Papa, dopo mille anni di Storia, a non esercitare il potere temporale, perché impedito dalla recente occupazione italiana, destinata a perdurare per un sessantennio.

Inoltre è stato il primo Papa nella Storia ad essere filmato.

Biografia

Statua di Leone XIII nella Chiesa Collegiata di Carpineto Romano.
Statua di Leone XIII nella Chiesa Collegiata di Carpineto Romano.

Vincenzo Gioacchino Pecci (Leone XIII) nacque il 2 marzo 1810 a Carpineto Romano (che a quei tempi faceva parte del Primo Impero francese) da Ludovico Pecci e Anna Prosperi Buzzi. Tra i fratelli vi fu il cardinale Giuseppe Pecci e il conte Giovanni Battista Pecci, che proprio a Carpineto Romano nel 1865 fece da padrino all’ordinazione sacerdotale di sant’Antonino Fantosati.

La famiglia apparteneva alla piccola nobiltà rurale. Il padre era commissario di guerra e colonnello. Già in gioventù Vincenzo Gioacchino Pecci si segnalò quale ragazzo dotato con una particolare predilezione per lo studio della lingua latina. Egli fu allievo del collegio dei gesuiti di Viterbo e, dal 1824 al 1832, studiò teologia presso il Collegium Romanum. La formazione per il servizio diplomatico e amministrativo pontificio presso l’Accademia dei Nobili a Roma occupò Vincenzo Gioacchino Pecci dal 1832 al 1837, anno in cui egli fu ordinato sacerdote dall’arcivescovo di Ferrara Carlo Odescalchi. Già nel 1838 fu inviato quale delegato papale a Benevento, città appartenente allo Stato Pontificio. In seguito, con la stessa funzione fu mandato a Perugia. Nel 1843 papa Gregorio XVI lo nominò arcivescovo titolare di Damiata; la cerimonia si svolse in San Lorenzo in Panisperna.

Nel 1843 venne inviato quale nunzio apostolico in Belgio, un’esperienza che gli lasciò una particolare predilezione per il mondo francofono, la cui stampa egli leggeva regolarmente. Tuttavia il suo sostegno all’episcopato belga, che si trovava in conflitto col governo in merito all’istruzione giovanile, gli causò la richiesta alla Santa Sede di allontanamento da parte di re Leopoldo I, che naturalmente dovette essere accettata. Il 19 gennaio 1846 fu nominato arcivescovo ad personam di Perugia.

Nella città umbra Pecci restò dal 1846 al 1877, ossia per più di trent’anni, nonostante in quel periodo fosse stato nominato cardinale, si dice perché fosse considerato un ribelle dal potente Cardinal Segretario di Stato Giacomo Antonelli. In questi anni, nonostante i difficili rapporti col nuovo Stato italiano, realizzò nel territorio diocesano oltre cinquanta chiese (dette chiese Leonine) e altri edifici. Fu nominato cardinale nel concistoro del 19 dicembre 1853 e successivamente camerlengo della Chiesa cattolica, dopo la morte del cardinal segretario di Stato Antonelli. Il 20 febbraio 1878 fu eletto papa, all’età di 68 anni, come successore di papa Pio IX dopo un conclave di soli due giorni, il primo dopo la fine del millenario potere temporale dei papi.

Il Pontificato

Leone XIII con il triregno.
Leone XIII con il triregno.

L’incoronazione di Leone XIII ebbe luogo nella Cappella Sistina il 3 marzo 1878. La sua salute cagionevole lasciava presagire un pontificato di transizione. Esso si sarebbe rivelato invece addirittura il terzo per durata all’epoca (essendo il secondo quello di Pio IX tra il 1846 e il 1878 e considerando anche quello di san Pietro) e, solo nel 2004, è stato superato da quello di papa Giovanni Paolo II.

La scelta del nome Leone (in omaggio a papa Leone XII che ammirò molto in gioventù) costituì un primo segno che il nuovo Papa intendeva perseguire un mutamento nell’impostazione del papato rispetto al proprio predecessore.

Attività diplomatica

Il pontificato di Leone XIII s’inserì in un’epoca di progressiva laicizzazione della società. Tale circostanza comportò una serie di tensioni fra il Vaticano e vari governi. Papa Leone XIII seppe fare opera di mediazione tra le istanze legate alla modernità e la posizione intransigente presa dal suo predecessore papa Pio

IX. In Italia egli proseguì tuttavia la ferma opposizione al Regno d’Italia, mantenendo il Non expedit e impedendo dunque la partecipazione dei cattolici italiani alle elezioni e, in generale, alla vita politica dello Stato.

In seguito alla proposta di un Comitato internazionale composto da grandi personalità, rappresentative degli ambienti culturali e politici europei, si pianificò l’iniziativa della erezione di un monumento a Giordano Bruno in Roma. In reazione alla netta opposizione della Santa Sede, nel gennaio del 1888 si organizzarono manifestazioni a favore del monumento da parte degli studenti romani, represse dalla polizia con scontri e arresti, sino ad arrivare alla chiusura dell’Università di Roma. In seguito alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Roma del giugno 1888, i liberali ottennero la maggioranza grazie al sostegno nei confronti dell’iniziativa, e nel dicembre il nuovo Consiglio concesse lo spazio di Campo de’ Fiori per l’erezione del monumento, ottenendo anche l’approvazione del capo del governo Francesco Crispi[7]. Leone XIII, rinunciando a lasciare Roma, come in realtà aveva minacciato, rimase tutto il giorno in digiuno e in raccoglimento davanti alla statua di san Pietro. Quindi il 30 giugno 1889 pronunciò una solenne allocuzione di condanna e di protesta per l’oltraggio che affermava di avere subito, denunciando la “lotta a oltranza contro la religione cattolica” da parte di un mondo moderno ostile alla Chiesa e a Dio. Quanto a Bruno, l’allocuzione papale confermava in pieno la legittimità della condanna e del rogo: “non possedeva un sapere scientifico rilevante” mentre aveva avuto “stravaganze di debolezza e corruzione”. La celebrazione del 9 giugno 1889 apparve un evento di portata europea: i sentimenti a favore della libertà scientifica e contro l’oscurantismo religioso vennero espressi in una imponente manifestazione. L’oratore ufficiale, Giovanni Bovio, disse che il papa soffriva di più le celebrazioni di quella giornata che la perdita dello Stato della Chiesa.

In Germania, con una serie di concessioni a Bismarck Leone XIII seppe – opponendosi anche al Partito cattolico tedesco, la Zentrumspartei – porre termine alla Kulturkampf. Pure in Francia – suscitando anche lì il malcontento dei settori cattolici più conservatori – invitò i cattolici al rappacificamento con la Terza Repubblica, malgrado quest’ultima, governata da maggioranze viepiù radicali e anticlericali, avviasse un programma di progressiva secolarizzazione delle istituzioni, a iniziare dal settore scolastico. Tale evoluzione sfociò, nel 1905, dopo la morte di Leone XIII, nella separazione tra Stato e Chiesa.

Maggior successo ebbe la politica del Pontefice nelle controversie aperte con la Svizzera e con i Paesi dell’America Latina. Vi furono i primi contatti con gli Stati Uniti d’America e con la Russia e pure le relazioni con il Regno Unito e la Spagna migliorarono. La statura internazionale del Papa – pur non raggiungendo il livello di coinvolgimento politico e di influenza a cui Leone XIII mirava – si accrebbe anche grazie alla mediazione che egli svolse sia nel conflitto delle Isole Caroline sia per la guerra ispano-americana del 1898.

Gli ultimi anni di pontificato

Dipinto raffigurante papa Leone XIII.
Dipinto raffigurante papa Leone XIII.

Fotogramma di Sua Santità papa Leone XIII, pellicola del 1896 che ritrae Leone XIII. Oltre ad essere il primo filmato in cui compare un papa è anche la più antica pellicola italiana tuttora esistente.
Anche quando era sulla novantina il Pontefice continuava ancora assiduamente lo studio della lingua latina, nella quale fu pensatore profondo e poeta elegante, come dimostra il sapore di classicismo e il non comune pregio letterario delle sue encicliche. Il suo metodo di vita era molto semplice: dormiva pochissimo, parco di cibi e amante delle passeggiate in giardino. Non fumava.

Oltre alle passeggiate, nel mite autunno romano si dilettava uccellando al rocolo fatto piantare appositamente nei giardini del Vaticano ma, quando riusciva a prendere gli uccelli che cadevano nelle reti, li accarezzava e quindi li rimetteva in libertà. Altrettanto faceva con le tortore, che gli venivano offerte come simbolo nelle funzioni di beatificazione e di canonizzazione.

Il suo regime nutritivo era modestissimo: qualche tazzina di brodo ristretto, molti tuorli d’uovo con un po’ di marsala, un’ala di pollo al mattino, appena un mezzo petto alla sera. In tutto il giorno due dita di vino di Bordeaux, del più vecchio e del più generoso fornitogli dai conventi locali. Fu grande amante del vino Mariani, del quale vantava i prodigiosi effetti e al quale prestò anche la propria immagine come testimonial su dei manifesti pubblicitari.

La sua memoria era molto sviluppata: non solo ricordava tutti i più piccoli incidenti della sua vita giovanile e dell’adolescenza, ma anche le letture fatte sia di recente che nel più lontano passato. Fu un dantista appassionato e un lettore assiduo di giornali. Sua grande letizia era dialogare con persone più anziane di lui, dalle quali si informava con vivo interesse delle abitudini di vita.

La sua tarda età lo costringeva a servirsi, nel passeggio, di un bastone, sul quale appoggiava il corpo sul lato destro, ma quando scorgeva da lontano una persona estranea alla famiglia pontificia faceva ogni sforzo per camminare senza l’aiuto del bastone, facendolo passare con disinvoltura da una mano all’altra. Fu il primo pontefice ad essere ripreso da una cinepresa. In quell’occasione il Papa si apprestò a dare la sua prima benedizione mediatica.

Nelle insonnie della sua tarda età a volte formava nella mente un distico latino. Egli allora scendeva dal letto, si accostava al tavolo, senza rumore per non svegliare il suo fidato cameriere Pio Centra che dormiva in anticamera, e al fioco lume della lampada da notte scriveva i versi che aveva pensato. E talvolta indugiava ad aggiungerne altri che gli sgorgavano dalla lucida mente.

Lo coglievano talvolta dei raffreddori che poi, al divenire di dominio pubblico, erano scambiati per reali malattie. Non voleva saperne di stufe e caloriferi, voleva soltanto il braciere ciociaro in mezzo alla camera. Solo negli ultimi tempi, grazie al dottor Lapponi, si lasciò persuadere ad adottare un adeguato sistema di riscaldamento.

La morte

Un ritratto di Leone XIII.
Un ritratto di Leone XIII.

Dopo una lunghissima agonia, Leone XIII morì il 20 luglio 1903 alle ore 16. La Domenica del Corriere del 26 luglio del 1903 scrisse:

« La storia ricorderà a lungo la lotta che il pontefice sostenne con la morte, quantunque tutti prevedessero che in causa della tarda, eccezionale età egli non potesse giacere a lungo malato. Dal 5 luglio i fedeli s’attendevano ogni mattina l’annuncio del decesso. I romani accorrevano in piazza San Pietro per osservare la finestra della camera da letto e trarre oroscopi dalla durata del tempo che rimaneva aperta per il cambio d’aria, ma ognuno apprendeva tosto con lieto stupore che l’illustre infermo aveva ricevuto i suoi cardinali, s’era occupato delle faccende relative al governo della chiesa, era passato dal letto su la poltrona e persino aveva all’indomani dell’estrema unzione corretto le bozze della sua ultima poesia in latino. Con l’ostinazione dei fanciulli e dei vecchi vigorosi, Leone XIII si è spesso ribellato alle ingiunzioni dei suoi medici, a dir la verità senza immediato suo danno. »
Pochi mesi prima di morire, il 5 febbraio 1903, l’ultranovantenne pontefice incise su di un disco (Bettini Phonogramme-B mx 1-D) l'”Ave Maria”, declamata in latino, e la benedizione apostolica: grazie all’invenzione del fonografo, la parola del papa poté arrivare ai cattolici di ogni parte del mondo.

Il suo pontificato durò 25 anni, anche se, al momento della sua elezione, a molti appariva vecchio, stanco, malaticcio; gli tremava la mano per un salasso mal fatto. Il papa si era confidato: «Dovrete far presto un nuovo conclave». Invece, si arrivò a dire che tra i suoi collaboratori circolasse una battuta: «Credevamo di eleggere un Santo Padre, abbiamo eletto un Padre Eterno».

Leone XIII fu sepolto nella Basilica di San Giovanni in Laterano.

Il conclave successivo alla sua morte fu più breve di quanto comunemente previsto: iniziò la sera del 31 luglio 1903 e terminò il 4 agosto. Fra i 62 cardinali convenuti, le tendenze erano due: continuare la politica del Pontefice scomparso (con colui che era stato accanto al Papa come segretario di Stato, Mariano Rampolla del Tindaro), o cambiare rotta. E a sorpresa (anche per influenze esterne) venne eletto il cardinale Giuseppe Sarto, Patriarca di Venezia, che prenderà il nome di Pio X.