Francesco Giuseppe I d’Austria

1830 - 1916

Francesco Giuseppe I d’Austria
Nazione: Austria

ID: 2442

Francesco Giuseppe I d’Austria, (Castello di Schönbrunn, 18 agosto 1830 – Castello di Schönbrunn, 21 novembre 1916), fu Imperatore d’Austria (1848-1916) e Re d’Ungheria (1867-1916). Regnò sul neo riformato Impero Austro-Ungarico dal 1867 e sul Regno Lombardo Veneto fino al 1866. Apparteneva alla casa d’Asburgo-Lorena.

Per la sua durata, il regno di Francesco Giuseppe è al 32º posto nella classifica dei regni più lunghi della Storia ed è uno dei più lunghi di un regnante effettivo (Luigi XIV fu re per settantadue anni, ma la reggenza della madre e del cardinale Mazarino durò sedici anni). Come capo di Casa Asburgo questa durata è però stata superata da Otto d’Asburgo-Lorena (nato nel 1912), parlamentare europeo, con 85 anni (dalla morte di Carlo I nel 1922 al 2007).

La Terra di Francesco Giuseppe, arcipelago nell’Artico appartenente alla Russia, è stata chiamata così in suo onore.

Biografia

I primi anni e la successione al trono

Francesco Giuseppe in braccio alla madre Sofia di Wittelsbach.
Francesco Giuseppe in braccio alla madre Sofia di Wittelsbach.

Francesco Giuseppe nacque nel Castello di Schönbrunn a Vienna, figlio maggiore dell’Arciduca Francesco Carlo d’Asburgo-Lorena (figlio minore dell’Imperatore Francesco II d’Austria), e di sua moglie Sofia di Wittelsbach, Principessa di Baviera. Nel 1835 era salito al trono imperiale lo zio di Francesco Giuseppe, Ferdinando I, il quale però era malato di mente e non aveva avuto figli. Presagendo la successione, l’Arciduca Francesco Carlo (che era il primo in linea di successione dopo il fratello imperatore), rifiutò e la scelta di successione ricadde perciò su Francesco Giuseppe, allora giovane arciduca di appena 5 anni, che venne perciò cresciuto dalla madre con l’intento un giorno di farne l’erede al trono austriaco.

Un peso che fin da piccolo Francesco Giuseppe dovette però accollarsi, fu il rispetto assoluto per la figura del nonno imperatore (Francesco II, der Gute Kaiser Franz, cioè “il buon imperatore Francesco”, come veniva chiamato), che divenne un punto di riferimento in tutta la sua vita come ideale di monarca perfetto. Alla giovane età di tredici anni, Francesco Giuseppe intraprese la carriera militare e venne nominato colonnello e fu da questo momento che iniziò ad indossare quella caratteristica uniforme grigio-verde che lo contraddistinguerà in molti dei suoi ritratti ufficiali e di vita quotidiana.

Francesco Giuseppe ebbe anche tre fratelli minori: Massimiliano (n. 1832), Carlo Ludovico (n. 1833), Ludovico Vittorio (n. 1842), e una sorella Maria Anna (1835-1839) che però morì all’età di soli quattro anni. A seguito della rinuncia del Cancelliere Metternich al suo impegno governativo durante le rivoluzioni del 1848, il giovane Arciduca Francesco Giuseppe venne proposto per la successione allo zio, che era ormai in procinto di abdicare. Francesco Giuseppe venne in un primo momento nominato anche Governatore della Boemia a partire dal 6 aprile di quell’anno, ma non prese mai effettivamente possesso dell’incarico.

Francesco Giuseppe, invece, si diresse sul fronte italiano, aiutando il Feldmaresciallo Radetzky nella sua campagna partita da Milano il 29 aprile di quell’anno, ricevendo il proprio “battesimo del fuoco” il 6 maggio 1848 nella Battaglia di Santa Lucia. Dal momento che Vienna era in tumulto, il giovane imperatore venne richiamato a Innsbruck, nel Tirolo, dove si era rifugiata la famiglia imperiale, e qui fece per la prima volta la conoscenza di sua cugina Elisabetta di Baviera (che poi diverrà sua moglie). Dopo la vittoria conseguita sugli italiani a Custoza nel luglio del 1848, la corte tornò a Vienna e Francesco Giuseppe con essa. Vienna era però ancora in tumulto e così dopo poco tempo, la corte si trasferì ad Olomouc in Moravia.

Sostenitore della figura dominante di Francesco Giuseppe al trono, fu il Feldmaresciallo Alfred von Windisch-Graetz, comandante militare della Boemia, il quale gli giurò fedeltà e forgiò il suo carattere militare, convinto che solo il giovane arciduca avrebbe potuto sostenere un impero; compito che il gentile e debole imperatore Ferdinando non era in grado di assolvere. Fu il 2 dicembre 1848, a Olomouc che, in seguito all’abdicazione dello zio Ferdinando e alla rinuncia di suo padre, Francesco Giuseppe, fino ad allora chiamato semplicemente Franz, poté assurgere al trono imperiale austriaco adottando il nome di Francesco Giuseppe: il primo in memoria del nonno e il secondo in memoria dell’antenato Giuseppe II, uno dei massimi riformatori dell’Impero.

L’assolutismo imperiale, 1848–1860

Francesco Giuseppe in un ritratto del 1851 ad opera di Johann Ranzi.
Francesco Giuseppe in un ritratto del 1851 ad opera di Johann Ranzi.

Sotto la guida del nuovo primo ministro, il principe Felix Schwarzenberg, il giovane imperatore venne convinto ad intraprendere una strada cauta dopo la sua ascesa, concedendo allo Stato una costituzione nel 1849. Allo stesso tempo si rendevano necessarie delle campagne militari nei confronti degli ungheresi i quali si erano ribellati all’autorità centralista degli Asburgo in nome della loro antica indipendenza. Francesco Giuseppe dovette ben presto fronteggiare anche nuove battaglie in Italia, con re Carlo Alberto di Savoia che nel marzo del 1849 incominciò delle ostilità per accogliere il desiderio dei lombardi di essere annessi al Piemonte piuttosto che all’Austria. Ben presto, però, la sorte militare propense per Francesco Giuseppe e le sue giubbe bianche austriache, Carlo Alberto venne battuto in maniera decisiva da Radetzky nella Battaglia di Novara e forzato ad abdicare al suo trono. In Ungheria la situazione era più pericolosa e la sconfitta austriaca risultava più evidente. Francesco Giuseppe, sentendo la necessità di assicurare i suoi diritti su quel territorio, chiese aiuto alla Russia richiedendo l’intervento dello zar Nicola I di modo da “evitare che l’insurrezione ungherese si sviluppi in una calamità europea”.

Le truppe russe entrarono in Ungheria in supporto degli austriaci e la rivoluzione venne soppressa col finire dell’estate del 1849. Con l’ordine ricostituito in tutto l’impero, Francesco Giuseppe ritirò le concessioni costituzionali da lui fatte e inaugurò una politica assolutista e centralista, guidata dal ministro degli interni Alexander Bach. Gli anni successivi videro l’Austria riprendere le proprie posizioni sulla scena internazionale dopo il disastro del 1848-1849. Sotto la guida di Schwarzenberg, l’Austria fu in grado di arginare lo schema prussiano di creare una nuova Confederazione tedesca sotto la guida della Prussia stessa, dalla quale l’Austria sarebbe stata esclusa. Dopo la prematura morte di Schwarzenberg nel 1852, egli non poté essere sostituito con uno statista di eguale statura e l’Imperatore si trovò a tutti gli effetti a dover assumere
personalmente l’incarico di primo ministro.

Gli ultimi anni: la prima guerra mondiale

Il tentativo di assassinio di Francesco Giuseppe (1853).
Il tentativo di assassinio di Francesco Giuseppe (1853).

Malgrado le difficoltà che l’Austria aveva dovuto superare verso la fine dell’Ottocento e gli atroci fatti di sangue quali la strage di centinaia di persone nella città di Arad in seguito alle rivolte magiare, la figura dell’Imperatore Francesco Giuseppe grazie al controllo sui mezzi di informazione dell’epoca venne fatta passare per immacolata e densa di un’aura patriarcale per attirare il rispetto e la fedeltà dei suoi sudditi. Il matrimonio con Sissi, inoltre, divenne sempre più teso dal momento che ella non riuscì mai completamente ad adattarsi alla vita ed all’etichetta di corte;

La stessa Elisabetta venne poi uccisa nel 1898 dall’anarchico italiano Luigi Lucheni, e Francesco Giuseppe portò questo enorme peso per tutto il resto dei suoi giorni. L’assassinio dell’erede al trono Francesco Ferdinando, avvenuto a Sarajevo per mano dell’irredentista bosniaco Gavrilo Princip che faceva parte della Mlada Bosna (Giovane Bosnia) il 28 giugno 1914, è considerato oggi l’evento scatenante della prima guerra mondiale, ma per Francesco Giuseppe rappresentò l’ennesimo evento luttuoso che lo colpì in quei duri anni.

In realtà la situazione europea dopo la morte di Bismarck si era evoluta verso la formazione di alleanze contrapposte, in seguito alla preoccupante aggressività della politica estera germanica. E l’Austria che si gettò a capofitto nell’aggressione alla Serbia era un’Austria che alle spalle poteva contare solo sull’appoggio tedesco, e che oltretutto non era capace di vedere quali sarebbero state le conseguenze di una guerra con la Serbia, che secondo lo Stato Maggiore asburgico avrebbe potuto essere limitata allo scenario balcanico.

Con l’ultimatum umiliante, inviato a Belgrado, Vienna dette inizio a una serie di automatismi (mobilitazione generale russa, ultimatum tedesco alla Russia di sospendere la mobilitazione (rifiutato) e conseguente messa in atto tedesca del Piano Schlieffen con scoppio della guerra), che non si fermarono finché tutte le maggiori potenze europee non si ritrovarono in guerra. Francesco Giuseppe, ormai ottuagenario, era piuttosto restio a firmare l’atto di guerra alla Serbia, ma non ebbe scelta a causa delle forti pressioni dell’esercito e della diplomazia che sostenevano la necessità dell’intervento. Il vecchio imperatore firmò, ammonendo i presenti con la celebre frase

« La guerra! Lor signori non sanno cos’è la guerra! Io lo so … da Solferino. »
e lasciò la conduzione del conflitto ai militari, rifiutandosi di intervenire nelle decisioni delle strategie belliche.

La cultura dell’epoca di Francesco Giuseppe

L'incoronazione di Francesco Giuseppe a re d'Ungheria nel 1867.
L’incoronazione di Francesco Giuseppe a re d’Ungheria nel 1867.

Uno dei più grandi successi dell’epoca di regno di Francesco Giuseppe può essere ancora oggi riscoperto nella cultura austriaca del suo tempo, un boom economico associato all’area del Danubio senza precedenti nella storia. Dopo la demolizione delle mura medievali, la città di Vienna venne completamente riformata per ordine dell’Imperatore in persona il quale come prima azione creò la Ringstrasse, un grande anello stradale di congiunzione che ancora oggi esiste, testimonianza vivente di quell’epoca. Attorno a quest’area si svilupparono quartieri raffinati con edifici pubblici e case private in stile della seconda metà dell’Ottocento che affascinò molto Francesco Giuseppe nella sua concezione di homo faber della nuova capitale austriaca. Per sua inclinazione personale, Francesco Giuseppe diffuse moltissimo il gusto dell'”Austria cattolica”, promuovendo la costruzione e il restauro di importanti edifici di culto nell’Impero

Il carattere

Francesco Giuseppe venne più volte equiparato al suo augusto antenato Carlo V, “un equilibrato in un’epoca di squilibrati” come lo definì Cesare Chiericati: “Sul grande antenato egli aveva il vantaggio di notevole vigore fisico, ma non ne aveva la grande apertura mentale”. Ancora giovane arciduca, Francesco Giuseppe era cresciuto prevalentemente con l’energica madre Sofia dalla quale apprese il vero modo di governare, pur non trascurando i suoi interessi principali. Francesco Giuseppe amava la caccia ed il ballo che praticava con regolarità, apprezzando nello specifico le musiche di Strauss ed i suoi valzer, che divennero un tratto distintivo del regno stesso dell’imperatore. Amava poco l’arte e la letteratura, leggendo pochissimo e riservando quindi poca considerazione ai letterati.

La sobrietà dell’imperatore era leggendaria: il suo pranzo, spesso consumato sulla scrivania, consisteva il più delle volte in un solo piatto di carne e verdura unitamente ad un bicchiere di buona birra bavarese forte. A cena, nella stagione calda, si accontentava di una porzione di yogurt con qualche fetta di pane integrale. Alla sua tavola usava servizi modesti, riservando quelli preziosi per le grandi occasioni di corte. Di vizi ne aveva pochi e uno di questi era il fumo: da giovane i famosi sigari Virginia, quelli con la paglietta dentro, preferiti da tutti gli ufficiali dell’impero. Più tardi, quando il medico glieli proibì, si dedicò a fumare sigari più leggeri. Parco, ma non avaro, vestiva sempre la stessa divisa militare in linea con il suo spirito spartano e di attaccamento all’esercito.

Gran signore, riceveva tutti, ma non sopportava gli adulatori, come non poteva soffrire i chiacchieroni. Egli stesso parlava poco, a voce bassa, ma chiara, usando con la stessa disinvoltura il tedesco e le altre principali lingue europee. Francesco Giuseppe fu uomo tradizionalista e sempre legato al passato. Di lui si sa che in tutta la sua vita non usò mai il telefono (che verso la fine del secolo era ormai diventato strumento indispensabile del lavoro delle cancellerie e degli uffici di governo), al punto da non tollerarne nemmeno il suono. All’Asburgo non piacevano nemmeno le automobili e rimase sempre fedele alle carrozze e ai cavalli, salendo a bordo di un veicolo una volta sola, in presenza del re d’Inghilterra che era suo ospite. Francesco Giuseppe era avverso alla maggior parte delle tecnologie “moderne”, vestendo sempre secondo le mode della sua adolescenza e non accettando mai di installare a corte un bagno con acqua calda corrente, dal momento che era legato al bagno in tinozza. Una sola eccezione era rappresentata, nella sua vita, dal telegrafo, invenzione di cui faceva larghissimo uso.

Francesco Giuseppe in una fotografia del 1885.
Francesco Giuseppe in una fotografia del 1885.

Francesco Giuseppe fu un marito sempre innamorato di sua moglie, come riportano le cronache, e lo fu per tutta la vita con quella costanza e tenera indulgenza non rare negli Asburgo; dal 1883 egli iniziò tuttavia a frequentare l’attrice Katharina Schratt, relazione che si mantenne sempre e solo sul piano dell’amicizia e che venne favorita dalla stessa imperatrice Elisabetta, che iniziava a rendersi conto di come il marito avesse bisogno di distrazioni dalla sua vita così piena. Francesco Giuseppe ammirava di Katharina le grandi doti artistiche e vi trovava tutto quello che la moglie Elisabetta non poteva o non voleva dargli in quanto era semplice, allegra, molto comprensiva, una brava e solida donna austriaca come piacevano all’imperatore, che non dava problemi, priva di quelle cupe complicazioni intellettuali e delle tempeste romantiche che rendevano poco riposante la compagnia della moglie. In compagnia di Katharina e conversando con lei, l’imperatore trovava un momento di calma e di riposo dal suo duro lavoro.

Morte

Francesco Giuseppe morì al Castello di Schönbrunn la sera del 21 novembre 1916 a ottantasei anni, dopo sessantotto anni di regno. Dopo alcuni giorni, la salma venne traslata dal castello al palazzo della Hofburg dove il defunto imperatore venne imbalsamato secondo tradizione, ma, sfortunatamente, venne utilizzata, per l’occasione, una tecnica di nuova concezione che deformò il corpo, che non fu esposto al pubblico. I funerali si tennero il 30 novembre successivo con una processione lungo la Ringstrasse aperta da due palafrenieri con fiaccole, seguiti da uno squadrone di cavalleria e da una lunga fila di berline nere trainate da cavalli con i più alti funzionari dello Stato asburgico.

Infine il carro funebre, drappeggiato di nero, con la bara, trainato da otto cavalli neri. Di fianco al carro, a destra, cavalcava il gran maestro delle scuderie conte Pallfy e ai due lati vi erano ancora paggi con fiaccole ardenti e venti guardie. Dietro al carro funebre vi era un reparto di arcieri e uno della guardia ungherese a cavallo, poi una compagnia di fanteria e infine uno squadrone di cavalleria. A Francesco Giuseppe successe alla guida dell’Impero il pronipote Carlo I d’Austria, poi dichiarato da Papa Giovanni Paolo II beato, ma l’Impero, a seguito degli esiti della prima guerra mondiale, gli sopravvisse solo altri 2 anni.

Ascendenza

francesco giuseppe