Guizot François Pierre Guillaume

1787 - 1874

Guizot François Pierre Guillaume

ID: 3567

Autografi

François Pierre Guillaume Guizot (Nîmes, 4 ottobre 1787 – Abbazia di Val-Richer, 12 settembre 1874) è stato un politico e storico francese.

Biografia

Le origini

Ritratto di Elisabeth Sophie Bonicel

Nacque a Nîmes da una famiglia borghese ugonotta. I suoi genitori si sposarono segretamente con rito protestante. L’8 aprile 1794 suo padre Andrea Guizot, accusato di federalismo fu giustiziato a Nimes nel pieno del Terrore.  Da questo momento fu sua madre Elisabeth Sophie Bonicel ad occuparsi della sua educazione. Era una donna fisicamente fragile, dai modi semplici ma con una grande forza di carattere. Era una tipica ugonotta, fortemente credente e rigidamente fedele ai suoi principi e animata da un forte senso del dovere. A questi principi modellò il carattere di suo figlio di cui condivise tutte le vicissitudini della sua vita. Esiliati da Parigi durante la Rivoluzione si rifugiarono a Ginevra dove Guizot fu educato secondo i principi liberali di Jean Jacques Rousseau. Secondo le teorie pedagogiche dell’Emilio di Rousseau il giovane Guizot dovette anche imparare un lavoro manuale. Fu così che apprese il mestiere di falegname e costruì egli stesso un tavolo che conservò sempre . Tuttavia Guizot nella sua autobiografia “Ricordi del mio tempo” omette tutti i dettagli della sua infanzia.

Quando Guizot era al culmine del suo potere politico la figurina snella di sua madre, sempre abbigliata in rigido lutto, era al centro dei circoli politici. Esiliato Guizot nel 1848 lo seguì a Londra dove morì in età avanzata. La sua tomba è a Kensal Gren.

L’arrivo a Parigi

Pauline e Henriette de Meulan

All’età di 18 anni Guizot si recò a Parigi per completare la sua educazione presso la facoltà di giurisprudenza. Fu assunto come tutore nella casa di Philippe Alfred Stapfer, ex ministro di origine svizzera. Incominciò a scrivere per il giornale “Il Pubblicista” edito da Jean Baptiste Suard, attività che lo introdusse nei circoli letterari parigini. Nell’ottobre del 1809 a 22 anni la sua critica teatrale su “I Martiri” di François-René de Chateaubriand gli valse il ringraziamento dell’autore. In casa dell’editore del giornale conobbe Pauline de Meulan, una donna più grande di lui di 14 anni: aristocratica liberale, costretta dalla Rivoluzione a guadagnarsi la vita con la letteratura e che doveva scrivere una serie d’articoli per il “Pubblicista”. Costretta da una malattia a interrompere la sua collaborazione, gli articoli ripresero a essere pubblicati da un ignoto redattore che si scoprì essere lo stesso Guizot. Questa collaborazione con la Meulan, autrice di numerosi lavori sull’educazione femminile, si trasformò in amicizia e poi in amore che portò al matrimonio nel 1812.

Pauline morì nel 1827. La coppia ebbe un unico figlio nato nel 1819 e morto nel 1837 di tisi. Nel 1828 Guizot sposò Elisa Dillon, nipote della sua prima moglie ed anche lei scrittrice che morì nel 1833, lasciando un figlio, Maurice Guillaume (1833-1892) che acquistò fama di dotto intellettuale e scrittore.

La politica

Conosciuto per le sue opere letterarie ebbe una cattedra di storia moderna alla Sorbona durante l’Impero napoleonico e cominciò ad essere noto negli ambienti politici liberali. È con la restaurazione che iniziò la sua carriera politica. Fra il 1826 e il 1830 pubblicò una serie di opere dedicate alla storia della Francia e dell’Inghilterra che gli dettero fama di storico. Nel gennaio del 1830 fu eletto deputato di Lisieux e svolse una decisa opposizione alla monarchia di Carlo X andando le sue preferenze politiche verso un regime monarchico parlamentare. Sostenne Luigi Filippo d’Orleans che divenuto re dei francesi scelse Guizot come ministro degli interni (1830) e in seguito come Ministro della Pubblica Istruzione (1832-1836) che rinnovò nelle sue strutture. Durante questo periodo fece una politica di forte opposizione ad Adolphe Thiers. Dopo il ritiro di Thiers al governo fu nominato il generale Soult ma fu Guizot il vero leader (1840-1847). Sostenitore della pace realizzò l’alleanza di riconciliazione con l’Inghilterra di Sir Robert Peel superando la contrarietà di Palmerston che riteneva che la Francia dovesse rimanere debole nell’ottica di una futura guerra. Quando Lord Palmerston fu sostituito da Lord Aberdeen trovò in Guizot un diplomatico desideroso di pace e amante della cultura come lui che portò alla stipulazione di un accordo tra le due nazioni liberali europee realizzando quella che per la prima volta fu chiamata l'”intesa cordiale” (“Entente cordiale”).

Con il ritorno del Palmerston, antifrancese, alla caduta del governo Peel e la guerra di successione spagnola (1833-1846) manda in frantumi l’alleanza franco-inglese e lo spostamento della politica estera di Guizot verso l’Austria di Metternich .

Divenuto presidente del consiglio nel 1847, alla vigilia della Rivoluzione europea del 1848, rimase al potere ben poco tempo ma egli riuscì comunque a influenzare la politica del suo tempo raccogliendo attorno alla sua persona un “partito conservatore” che cercava di mantenere un equilibrio tra una democratizzazione della società e un ritorno alla rivoluzione.

La politica economica

Si sforzò di creare le condizioni più favorevoli per il progresso economico della Francia sviluppando innanzitutto l’agricoltura, i commerci e la finanza. Al contrario di quelli che come Saint-Simon sostenevano la necessità di una crescita del sistema industriale, Guizot pensava che l’industrializzazione fosse da evitare poiché essa comportava la formazione di un proletariato operaio che riteneva classe instabile e politicamente pericolosa.

Ciò nonostante proprio durante il suo governo la Francia s’industrializzò come non mai:

  • fu favorita la raccolta di capitali con la fondazione di varie centinaia di casse di risparmio su tutto il territorio nazionale;
  • si ebbe una forte accelerazione dei lavori infrastrutturali come strade, canali, ferrovie. Nel 1842 Guizot con una sua legge dà alla Francia una rete ferroviaria che s’incrementa in sei anni dagli iniziali 570 chilometri a circa 1900 chilometri.
  • La legislazione sul lavoro fu quasi messa da parte. Le industrie poterono comprimere i salari e licenziare a loro piacimento a seconda delle fluttuazioni del mercato. Guizot rese obbligatorio il libretto di lavoro che i lavoratori dovevano obbligatoriamente presentare quando cambiavano lavoro: il che permetteva ai datori di lavoro di escludere quelli che erano ritenuti cattivi lavoratori e soprattutto gli agitatori.

In quindici anni, le produzioni del ferro e del carbone raddoppiarono e il numero delle macchine a vapore industriali fu moltiplicato per otto.

Le idee politiche ed economiche

Guizot era un conservatore liberale in politica ma contrario ai principi del libero scambio in economia. Il liberismo infatti era una teoria economica inglese con la quale l’Inghilterra favoriva i suoi interessi. L’agricoltura francese invece andava protetta e d’altronde erano gli stessi industriali che spingevano il governo a togliere le tariffe doganali.

Per Guizot i problemi ai quali la Francia doveva far fronte non erano economici ma soprattutto politici e sociali. Egli pensava che dopo cinquant’anni di guerre e rivoluzioni a partire dal 1789, il paese si trovava in una grande confusione diviso tra due estremi: da una parte i monarchici, nostalgici dell’Ancien Regime che non avevano mai perso la speranza di restaurare l’ordine feudale e dall’altra i repubblicani di cui alcuni pensavano di poter instaurare una repubblica con la rivoluzione. Egli riteneva che i liberali avessero il compito di creare una società libera e pacifica senza rinunciare ai grandi meriti della Rivoluzione e soprattutto d’assicurare la preminenza della borghesia sull’aristocrazia. Egli giudicava la Rivoluzione francese come uno scontro di interessi contrapposti: il terzo stato contro gli ordini privilegiati, poi la plebe contro i borghesi. Si trattava di una lotta tra classi di cui l’esito avrebbe stabilito durevolmente il senso della Storia.

Fu Guizot per primo a parlare di lotta di classe che in seguito Marx avrebbe teorizzato. Egli è considerato il padre della storiografia d’indirizzo economico sociale. Riteneva che mentre il proletariato fosse destinato a svolgere un ruolo dominante, gli operai d’origine contadina, invece dovessero rimanere nel ruolo subalterno che la società assegnava loro: essi avevano perso i legami con la terra, si erano declassati e dunque non potevano essere ritenuti cittadini responsabili. Riprendendo le teorie politiche della Grecia antica pensava che la democrazia è una cosa troppo seria perché degli irresponsabili potessero avere il diritto di dire la loro. Il diritto di voto andava riservato a coloro che avessero delle proprietà e pagassero le tasse e quindi si assumessero la responsabilità dei loro comportamenti.

Nonostante queste sue idee sulla società bisogna sottolineare che Guizot fece approvare nel 1841 una legge che proibiva il lavoro dei bambini nella manifatture al di sotto degli otto anni e che egli si batté a più riprese per l’abolizione della schiavitù  nelle colonie riuscendo nel 1844 a far accettare questo principio dall’Assemblea nazionale. Nel 1845 e nel 1846 il problema fu dibattuto ma senza arrivare a stabilire in pratica le modalità dell’emancipazione. Infatti la legge prevedeva la fine della schiavitù ma non stabiliva quando. Saranno i repubblicani nel 1848 a determinare la fine definitiva della schiavitù.

La fine della carriera politica di Guizot nel 1848 fu dovuta alla sua ostinazione nel non far modificare la legge elettorale.

La fine della sua vita

In esilio in Inghilterra egli si dedicò di nuovo al suo lavoro di storico trattando soprattutto i temi della Rivoluzione francese e della Prima rivoluzione inglese. Perso quello di politico europeo acquisì in questo modo il ruolo di storico,filosofo ed osservatore del suo tempo. Il suo lavoro di scrittore gli permise di vivere gli ultimi anni della sua vita in un agiato ritiro dove continuò la sua opera di divulgatore storico sino alla sua morte avvenuta il 12 settembre del 1874.