Filippo V Re di Spagna

1683 - 1746

Filippo V Re di Spagna
Nazione: Spagna

ID: 1978

Filippo V di Borbone (Versailles, 19 dicembre 1683 – Madrid, 9 luglio 1746) fu il primo re di Spagna della dinastia dei Borbone.

Era infatti nipote del re Luigi XIV di Francia e salì al trono di Spagna perché sua nonna, la regina Maria Teresa moglie del Re Sole, era figlia di primo letto di Filippo IV di Spagna e sorellastra dell’ultimo re spagnolo della dinastia degli Asburgo, Carlo II di Spagna.

Biografia

Incoronazione di Filippo alla Reggia di Versailles il 16 novembre 1700.
Incoronazione di Filippo alla Reggia di Versailles il 16 novembre 1700.

Era il secondo figlio di Luigi, il Gran Delfino e di Anna Maria di Baviera. Nacque a Versailles il 19 dicembre 1683 e fu investito del titolo di Duca di Angiò.

Il 1º novembre 1700 moriva il re di Spagna Carlo II. Cinque giorni dopo, per disposizione testamentaria del defunto re, il diciassettenne duca Filippo d’Angiò, in quanto nipote della sorella di Carlo II, cioè Maria Teresa di Spagna, ma anche nipote del re di Francia Luigi XIV, veniva proclamato nuovo re di Spagna a condizione esplicita che avrebbe rinunciato per sempre ai suoi diritti e quelli dei suoi discendenti sulla corona francese. Se egli avesse rifiutato, la corona spagnola sarebbe andata a suo fratello minore Carlo duca di Berry o all’arciduca Carlo d’Austria.

Entrambi i pretendenti avevano diritti legali per il fatto che il nonno, re Luigi XIV di Francia, e il padre di Carlo d’Austria, cioè l’imperatore Leopoldo I erano entrambi mariti delle sorelle di Carlo II di Spagna. Filippo aveva i maggiori diritti poiché sia la bisnonna che la nonna erano più anziane rispetto a quelle dell’arciduca Carlo d’Austria. Comunque il ramo austriaco rivendicava il fatto che la nonna di Filippo aveva rinunciato a suo tempo ai suoi diritti e quelli dei suoi discendenti sul trono spagnolo, in conseguenza del suo contratto di matrimonio. La parte francese controbatteva sulla invalidità di tale ultima disposizione poiché la dote di tale matrimonio non era mai stata pagata.

Il trono contestato e la Guerra di secessione

Poiché Carlo II non aveva avuto figli dalle due mogli, già molto tempo prima che egli scomparisse le grandi monarchie d’Europa avevano cominciato ad avanzare varie ipotesi di successione, ratificate in accordi segreti. Tutte le ipotesi formulate avevano come obiettivo principale lo smembramento della grande potenza economica e militare della Spagna: l’impero spagnolo, infatti, se fosse stato unito integralmente a uno qualunque dei troni delle grandi potenze europee, avrebbe fatto spostare certamente l’asse dell’equilibrio politico-militare, nonché quello economico, a favore di quest’ultimo, con la conseguenza di rendere difficilmente governabile il rapporto tra gli stati e impossibile il mantenimento della pace.

A rigore, l’eredità sarebbe toccata all’infanta di Spagna Maria Teresa, moglie di Luigi XIV, la quale aveva, però, rinunciato alla successione, prima di morire nel 1683. Luigi XIV non riteneva valida questa rinuncia e appoggiava, per questa ragione, le pretese del figlio, il Delfino di Francia Luigi, e dei figli di questi, Luigi e Filippo (quest’ultimo fu appunto la figura designata dal testamento di Carlo II). Ad avanzare pretese non del tutto illegittime sul trono di Spagna c’erano poi l’imperatore Leopoldo I, cognato di Carlo II e rappresentante del ramo austriaco degli Asburgo, e il principe elettore di Baviera.

Carlo II d’Asburgo, nel fare testamento, aveva adottato proprio l’unica soluzione rigettata unanimemente da tutti gli altri regnanti, seppur vincolata alla rigida, formale e sostanziale separazione delle relative corone: lasciare indivisa la propria eredità nelle mani di un solo soggetto, in questo influenzato dalla moglie Maria Anna del Palatinato-Neuburg e dai consigli degli inviati papali.

Poiché il designato Filippo d’Angiò, sostenuto dal re di Francia, non avrebbe mai rinunciato ai benefici testamentari di cui era stato gratificato da Carlo II, fu inevitabile il ricorso alle armi. La Guerra di successione spagnola, come fu chiamato il conflitto, iniziò con la grande alleanza dell’Aja del 7 settembre 1701, con la quale l’Inghilterra, i Paesi Bassi e l’Austria si impegnavano a impedire che le volontà testamentarie del defunto re di Spagna trovassero definitiva attuazione: sarebbe stato infatti molto difficile fronteggiare un’unica sovranità borbonica da entrambe le parti dei Pirenei. La guerra si sviluppò con alterne vicende fino al 1713, quando, dopo lunghe e laboriose trattative protrattesi per circa un anno, il 13 luglio fu firmato il trattato di pace di Utrecht tra la Francia, da una parte, e l’Inghilterra, il Portogallo, la Prussia, l’Olanda e la Savoia, dall’altra. La parola fine alla guerra di successione spagnola tuttavia fu posta solo quando anche l’Austria sottoscrisse il trattato di pace con la Francia: ciò avvenne il 6 marzo 1714 nella città di Rastadt.

Politica Interna

Filippo V di Spagna in tenuta da caccia.
Filippo V di Spagna in tenuta da caccia.

Anche se a Filippo V fu concesso infine di rimanere sul trono di Spagna, egli dovette cedere il possesso di Minorca e Gibilterra alla Gran Bretagna, e dei Paesi Bassi Meridionali, di Napoli, del ducato di Milano e della Sardegna, alla famiglia austriaca degli Asburgo. La Sicilia e una parte del milanese andò ai Savoia. L’egemonia spagnola, che già lungo tutto il ‘600 era calata a motivo della crescente rivalità olandese e inglese (soprattutto nell’ambito del commercio con le Americhe), subì in questa guerra un ulteriore indebolimento. Tuttavia, ripresasi dalla sconfitta nella guerra di successione spagnola, la Spagna di Filippo V, guidata dal governo del cardinale Giulio Alberoni, occupò la Sardegna e la Sicilia, scatenando così la guerra della Quadruplice Alleanza (1717) che vide Inghilterra, Francia, Austria e Olanda avversarie della Spagna e si concluse tre anni dopo con la sconfitta spagnola.

Prostrato per la sconfitta Filippo V abdicò in favore di Luigi, suo primogenito, ma fu costretto a tornare sul trono pochi mesi dopo in seguito alla morte del figlio per vaiolo. Successivamente Filippo si adoperò per aiutare la dinastia borbonica a riconquistare territori durante la guerra di successione polacca e la guerra di successione austriaca, con la riconquista di Napoli e della Sicilia dall’Austria, e di Orano dagli ottomani. Per questo si alleò all’Austria di Carlo VI, e alle due potenze si aggiunse poi anche la Russia. Ma ciò provocò una reazione che condusse alla alleanza fra Inghilterra, Francia, Paesi Bassi e Prussia. La situazione politica degenerò e sfociò nella guerra anglo-spagnola del 1727, durante la quale Filippo V tentò, senza risultato, di recuperare al regno di Spagna la rocca di Gibilterra. Verso il termine del suo regno, gli spagnoli difesero con successo i territori dei Caraibi dall’invasione britannica nella guerra di Jenkins Ear. Durante il suo regno la Spagna cominciò a risollevarsi dal ristagno in cui era caduta sotto gli Asburgo.

Le riforme politiche e amministrative

Il regno di Filippo V segnò la svolta rispetto al rapporto tra Madrid e il resto delle provincie spagnole.

Se infatti gli Asburgo in genere avevano rispettato le autonomie locali e le fonti giuridiche locali, i Fueros, Filippo V impose una politica fortemente centralistica. Fulcro di tale politica furono i Decreti di Nueva Planta emanati nel 1707 ed emendati ancora nel 1716 che abolivano il Regno di Aragona e di Regno di Valencia, il Regno di Maiorca e la Contea di Barcellona, le fonti giuridiche locali e le assemblee consultive locali, le Cortes.

Al posto dei detti regni i decreti istituivano un pari numero di Provincie, governate da un Capitano generale e da un’udienza, responsabili verso il governo della gestione economica e amministrativa; furono,inoltre, istituiti i Comuni e la figura del Sindaco.

Anche il governo centrale fu riformato: furono soppressi il Supremo Consiglio della Corona d’Aragona, il Consiglio d’Italia e quello delle Consiglio delle Fiandre mentre nacquero i Dipartimenti di Stato, antesignani degli attuali ministeri, composti da funzionari nominati dalla corona e coordinati nella persona del Segretario di Stato.

Infine, nel 1713, furono cambiate le norme successorie attraverso l’introduzione della Legge salica per impedire che dinastie straniere attraverso un’ascendenza femminile potessero ottenere il Trono, sebbene Filippo V avesse ottenuto la corona proprio per via di una discendenza femminile dal ramo degli Asburgo di Spagna.

La gestione economica e finanziaria

Filippo V aveva ereditato da Carlo II d’Asburgo una Spagna in forte ritardo economico; ritardo dovuto principalmente a un’inefficiente sistema fiscale, alla maggiore debolezza del sistema commerciale e produttivo rispetto agli altri paesi europei e al contrabbando.

Ritratto della famiglia di Filippo V eseguito da Louis-Michel van Loo.
Ritratto della famiglia di Filippo V eseguito da Louis-Michel van Loo.

Per risolvere tali problemi Filippo V attuò una politica mercantilista proibendo l’esportazione di grano e di prodotti tessili, abolendo i dazi doganali interni, già ridotti da Carlo II, e istituendo un solido sistema doganale.

Lo stesso sistema fiscale fu riorganizzato seguendo il modello francese basato sulla figura dell’intendente: un funzionario dipendente e stipendiato dallo Stato affinché riscuotesse le tasse di un determinato distretto. Si segnalò inoltre l’abolizione di alcuni privilegi fiscali dei ceti privilegiati e la diminuzione, attuata nel 1723, dell’imposta del Quinto del rey.

Numerose cure furono dedicate ai rapporti commerciali con l’impero d’oltremare per quanto l’istituzione di società per azioni con lo scopo di finanziare i commerci con le indie sul modello della Compagnia delle Indie Inglese e Olandese fu piuttosto fallimentare così come fallì il tentativo di ridurre il contrabbando, incentivato dal Trattato di Utrecht che concedeva all’Inghilterra il diritto del vascello di permesso e il monopolio dell’assento.

Le riforme dell’istruzione

Durante il suo regno Filippo V cercò di ridurre l’influenza del clero sulla società spagnola attraverso un maggior controllo dello stato sul sistema scolastico ma tale politica restò in gran parte inefficace. Infatti, data la mancanza di insegnanti competenti, l’istruzione rimase nelle mani degli ordini religiosi specialmente in quelle dei Gesuiti e dei Domenicani anche se nacquero istituti come il “Collegio delle miniere” per formare i tecnici minerari attraverso anche l’uso di borse di studio mentre in tutte le università furono aumentate le cattedre delle materie scientifiche.

Le riforme militari

Filippo V ritratto da Jean Ranc nel 1723.
Filippo V ritratto da Jean Ranc nel 1723.

Altro campo di intervento del re fu l’esercito che, al momento dell’ascesa al trono, versava in condizioni disastrose sia per numero di effettivi sia per l’arretratezza del modello del Tercio.

Date le esigenze della guerra la prima preoccupazione del re fu l’aumento degli effettivi che si attuò ricorrendo all’arruolamento di truppe mercenarie straniere e alla coscrizione di 1 uomo ogni 15. Nel 1704 il Tercio fu definitivamente sostituito dallo schieramento francese basato su brigate, battaglioni e reggimenti; fu introdotta un’unica uniforme, standardizzato l’armamento con l’adozione del fucile con baionetta e istituito un corpo di artiglieria separato dalle truppe di linea. Infine venne curato l’addestramento degli ufficiali con l’istituzione di diverse scuole e accademie militari tra cui quella di Toledo tuttora esistente.

Anche la Marina militare spagnola ricevette numerose cure grazie all’opera del ministro Ensenada: furono istituiti i cantieri navali di Cadice e di El Ferrol e adottato l’uso di moderne navi di linea e di fregate.

Politica estera

Ritornato sul trono, Filippo V firmò, nel 1725, un trattato di pace con Carlo VI d’Austria in modo da chiudere le pendenze rimaste con L’Austria e concentrarsi sul conflitto latente con la Gran Bretagna; conflitto divenuto poi reale con la Guerra anglo-spagnola (1727-1729).

Tale rivalità derivava ovviamente dalla volontà Spagnola di stroncare il contrabbando inglese e le concessioni fatte a seguito di Utrecht ma il conflitto fu inconcludente e confermò lo status quo ante sancito dalla convenzione di El Pardo (1728).

A causa, tuttavia, del mancato aiuto da parte austriaca la sola conseguenza di questo breve conflitto fu il riavvicinamento della Spagna alla Francia il cui grande artefice fu José Patiño Rosales mentre per converso l’Inghilterra rinnovava gli accordi con l’Austria.

In questo nuovo corso fu firmato il primo Patto di Famiglia tra i Borboni Spagnoli e Francesi, vera e propria alleanza difensiva e offensiva che fu sperimentata nel contesto della guerra di successione polacca.

L’intervento nella Guerra di Successione Polacca, prima e nella Guerra di Successione Austriaca poi, è dovuto all’obbiettivo perseguito con particolare vigore da Elisabetta Farnese ovvero porre i propri figli su troni in Italia mantenendoli al contempo legati al regno di Spagna.

Patti di Famiglia

I Patti di Famiglia furono una serie di accordi di cooperazione stipulati in momenti diversi del XVIII secolo tra le monarchie di Spagna e Francia. Devono il loro nome al rapporto di parentela tra i Re firmatari, tutti quanti appartenenti alla dinastia borbonica. Tali alleanze videro nuovamente il ritorno della Spagna, come alleata della Francia, nelle guerre europee del tempo:

Primo Patto: firmato a 1734, porta in Spagna alla Guerra di successione polacca a fianco della Francia e del Regno di Sardegna. Con il Trattato di Vienna (1738) Carlo VI d’Asburgo, cedette il Regno di Napoli ed il Regno di Sicilia a Carlo di Borbone.
Secondo Patto: la Spagna entra nella guerra di successione austriaca nel 1743 al cui termine, nel 1748, tramite il Trattato di Aquisgrana (1748), il principe Filippo I di Parma ottiene il Ducato di Parma e Piacenza.

Morte

Tomba di Filippo V e di Elisabetta Farnese nella Chiesa Collegiata della Santissima Trinità, nel Palazzo Reale di La Granja de San Ildefonso (Segovia).
Tomba di Filippo V e di Elisabetta Farnese nella Chiesa Collegiata della Santissima Trinità, nel Palazzo Reale di La Granja de San Ildefonso (Segovia).

Filippo V morì nel 1746 e gli successe il figlio di primo letto Ferdinando VI; Per suo espresso desiderio il re non fu sepolto nella cripta del Monastero dell’Escorial come costume per i re della Casa d’Asburgo, e dei successori dello stesso Filippo (salvo Ferdinando VII) ma preferì una piccola cappella sita nel Palazzo Reale di La Granja di San Ildefonso, a pochi chilometri da Segovia: il luogo dove Filippo V preferì governare effettivamente l’impero.

Matrimoni e figli

Il 2 novembre 1701 sposò Maria Luisa di Savoia, dalla quale ebbe quattro figli:

Luigi (25 agosto 1707 – 31 agosto 1724), re di Spagna per 7 mesi dall’abdicazione del padre alla sua morte per vaiolo.
Filippo (2 luglio 1709 – 18 luglio 1709).
Filippo (7 giugno 1712 – 29 dicembre 1719).
Ferdinando (23 settembre 1713 – 10 agosto 1759), futuro re Ferdinando VI di Spagna.
Sposò in seconde nozze, il 24 dicembre 1714, Elisabetta Farnese, dalla quale ebbe sette figli:

Carlo III di Spagna (20 gennaio 1716 – 14 dicembre 1788).
Francesco (21 marzo 1717 – 21 aprile 1717).
Marianna Vittoria (31 marzo 1718 – 15 gennaio 1781), regina consorte di Giuseppe I di Portogallo.
Filippo I di Parma (20 marzo 1720 – 18 luglio 1765), Duca di Parma e Piacenza.
Maria Teresa Raffaella (11 giugno 1726 – 22 luglio 1746), prima moglie di Luigi Ferdinando di Borbone-Francia, figlio di Luigi XV.
Luigi Antonio (25 luglio 1727 – 7 agosto 1785), noto come il “Cardinale Infante”. Fu Arcivescovo di Toledo, Primate di Spagna e cardinale dal 1735 al 1754, quando rinunciò ai titoli ecclesiastici diventando conte di Chinchón. Nel 1776, contrasse matrimonio morganatico con Doña María Teresa de Vallabriga y Rozas. I loro figli non ebbero titoli nobiliari.
Maria Antonietta (17 novembre 1729 – 19 settembre 1785). Moglie di Vittorio Amedeo III di Savoia.

Ascendenza

filippo V