Carlo VI di Francia

1368 - 1422

Carlo VI di Francia
Nazione: Francia

ID: 232

Carlo VI il Beneamato, o anche il Pazzo (francese: Charles VI le Bien-Aimé o le Fou; Parigi, 3 dicembre 1368 – Parigi, 21 ottobre 1422), fu re di Francia della dinastia dei Valois dal 1380 al 1422.

Era figlio del re Carlo V e di Giovanna di Borbone.

 

CarloVI

Giovinezza

Nel 1380, all’età di undici anni, fu incoronato re di Francia nella Cattedrale di Reims. Finché non prese pieno possesso dei suoi poteri, nel 1388, la Francia fu governata dallo zio Filippo II l’Ardito. Fu l’anticardinale Pierre Aycelin de Montaigut, già consigliere di Carlo V, a porre il problema a un’assemblea del Consiglio tenutasi a Reims il 3 novembre di quell’anno: l’arcivescovo di Reims propose il conferimento dei pieni poteri a Carlo VI e così fecero gli uomini d’arme presenti e la proposta venne accettata.

 

Il re impazzisce

CarloVILa prima crisi conosciuta si verificò nel 1392, quando il suo amico e consigliere Olivier V de Clisson fu vittima di un tentativo di omicidio. Sebbene Clisson sopravvivesse, Carlo fu risoluto nel punire il presunto assassino, Pierre de Craon, il cui mandante era Filippo l’Ardito di Valois, che si rifugiò in Bretagna. I contemporanei riferiscono di un re palesemente sovreccitato all’idea di iniziare la campagna e sconnesso nei suoi discorsi. Carlo VI partì col suo esercito il 1º luglio 1392. I progressi militari erano lenti, quasi da far piombare il sovrano francese in una frenetica impazienza.

Già nel 1389 fece riesumare il corpo del generale Bertrand du Guesclin, morto nove anni prima, affinché fosse seppellito nuovamente con tutti gli onori che, secondo il sovrano, meritava. Mentre viaggiava attraverso una foresta in una calda mattina di agosto, un uomo scalzo vestito di stracci si precipitò verso il cavallo del re e afferrò le briglie: «Non cavalcare oltre, nobile re! – urlò – Torna indietro! Sei stato tradito!» La scorta del sovrano percosse l’uomo ma non l’arrestò ed egli seguì il corteo per mezz’ora, ripetendo il monito lamentoso.

La compagnia uscì dal bosco a mezzogiorno. Un paggio, insonnolito dal sole, lasciò cadere la lancia del re, che risuonò fragorosamente contro un elmo trasportato da un altro paggio. Carlo rabbrividì, sguainò la spada e gridò «Avanti contro i traditori! Vogliono consegnarmi al nemico!». Il sovrano spronò il cavallo e cominciò a roteare la spada contro i suoi uomini, finché il ciambellano e un gruppo di soldati riuscirono ad afferrare la sua cavalcatura e gettarlo al suolo. Egli se ne stette tranquillo e non reagì, cadendo in coma. Il re uccise almeno un cavaliere durante il suo delirio.

Lo zio di Carlo VI, Filippo II di Borgogna, assunse la reggenza sul posto, licenziando i consiglieri del nipote. Ciò fu il principio di una grossa ostilità che avrebbe diviso i monarchi francesi dai duchi di Borgogna per i successivi 85 anni. Durante una crisi nel 1393, Carlo dimenticò il suo nome, ignorò di essere re e fuggì terrorizzato dalla moglie. Non riconobbe i figli, sebbene identificasse il fratello e i consiglieri e ricordasse i nomi delle persone defunte. Negli attacchi successivi, egli vagò per il palazzo ululando come un lupo, si rifiutò di fare il bagno per mesi e soffrì dell’allucinazione di essere fatto di vetro. Victor Hugo ne I miserabili attribuisce alla Corte di Carlo VI l’invenzione delle carte da gioco.

 

Bal des Ardents

Nel gennaio 1393, la regina Isabella di Baviera organizzò una festa per celebrare il matrimonio di una delle sue dame di corte. Il re e altri cinque nobiluomini si abbigliarono come selvaggi e danzarono incatenati l’un l’altro. Il fratello del sovrano, Luigi di Valois, si avvicinò con una torcia accesa. Uno dei danzatori prese fuoco e ci fu il panico. La Duchessa di Berry, che riconobbe Carlo, gli gettò l’abito addosso salvandogli la vita. Quattro degli altri uomini perirono. Questo incidente divenne famoso come il Ballo degli Ardenti.

Molti resoconti sembrano concordare che l’azione di Luigi fu un incidente; egli stava semplicemente cercando di trovare suo fratello. Sia come sia, in seguito il fratello del re ebbe una relazione con la regina e fu ucciso dal suo avversario politico Giovanni di Borgogna nel 1407.

Pierre Salmon, segretario reale di Carlo, spese molto tempo in discussioni con il re, mentre soffriva di psicosi intermittenti, ma inabilitanti. Nello sforzo di trovare una cura alla malattia del sovrano, di stabilizzare la turbolenta situazione politica e di garantirsi il suo futuro, Salmon coordinò la produzione di due distinte versioni dei bellissimi manuali miniati sulla buona monarchia, noti come i Dialoghi di Pierre Salmon.

Trattando con l’Inghilterra

Il regno di Carlo VI fu segnato dalla guerra continua con gli inglesi (la guerra dei cento anni). Un primo tentativo di pacificazione avvenne nel 1396, quando la settenne figlia di Carlo, Isabella, sposò il ventinovenne Riccardo II d’Inghilterra.

La pace in Francia non resse. L’antagonismo tra la famiglia reale e la casa di Borgogna portò al caos e all’anarchia. Avvantaggiandosi di ciò, Enrico V d’Inghilterra condusse un’invasione che culminò nel 1415, quando l’esercito francese fu sconfitto nella Battaglia di Azincourt (o Agincourt). Nel 1420, Carlo, ora totalmente incapace a causa della malattia, firmò il Trattato di Troyes, il quale riconosceva Enrico d’Inghilterra come suo successore, dichiarava suo figlio Carlo un bastardo e cedeva in matrimonio sua figlia, Caterina di Valois, a Enrico. Molti cittadini, inclusa Giovanna d’Arco, credettero che il re avesse acconsentito a questi disastrosi e senza precedenti termini solo sotto l’impulso mentale della sua malattia e che di conseguenza la Francia non poteva rispettarli.

Genovino di Carlo VI durante la dedizione francese della Repubblica di Genova tra il 1396 e il 1409.
Carlo VI morì nel 1422 a Parigi e fu sepolto con sua moglie, Isabella di Baviera, nella Basilica di Saint-Denis. Gli succedette il figlio Carlo VII. Per ironia della sorte, Caterina di Valois trasmise la malattia mentale del padre a suo figlio, Enrico VI d’Inghilterra, e la sua impossibilità a governare favorì lo scoppio della guerra delle due rose.